Concluso il processo bis sull’omicidio di Sarah Scazzi, ossia quello sui depistaggi: quattro anni a Michele Misseri, cinque a Ivano Russo.
Omicidio Sarah Scazzi, il giudice del Tribunael di Taranto ha condannato undici persone nel processo bis, ossia quello sui depistaggi nell’inchiesta sulla morte della quindicenne uccisa ad Avetrana.
Omicidio Sarah Scazzi, quattro anni a Michele Misseri
Il giudice Loredana Galasso ha condannato Michele Misseri, zio della vittima, a quattro anni di reclusione, che si vanno ad aggiungere agli otto anni per soppressione di cadavere. Questa condanna è relativa al processo principale sulla morte di Sarah Scazzi.
Nel momento in cui gli inquirenti avevano iniziato a mettere alle strette la famiglia Misseri per la morte di Sarah, uccisa e gettata in un pozzo il 26 agosto 2010, Michele Misseri si autoproclamò colpevole dichiarando di aver ucciso la nipote. Un disperato tentativo di coprire sua moglie e sua figlia, accusate e poi condannate in via definitiva per l’omicidio della quindicenne.
Il caso di cronaca e il gesto di Misseri tennero l’Italia con il fiato sospeso. Gli inquirenti impiegarono poco tempo per capire che lo zio non aveva preso parte all’omicidio di Sarah. Troppe falle nella sua ricostruzione, troppe versioni dei fatti differenti se non addirittura contrastanti. Ma sempre ricostruzioni che non combaciavano con i dati raccolti dagli investigatori e sui segni sul corpo della ragazza.
Anche quando gli investigatori avevano ormai ricostruito il quadro, la dinamica e il movente dell’omicidio, Misseri avrebbe continuato a dichiararsi colpevole. Per settimane sotto la luce dei riflettori dei media, l’uomo avrebbe vissuto un momento di notorietà.
Condannato a cinque anni di reclusione Ivano Russo
Ivano Russo, il giovane per il quale Sabrina Misseri avrebbe avuto un sentimento di affetto, un coinvolgimento, è stato condannato a cinque anni di carcere per le ipotesi di false informazioni al pm e falsa testimonianza alla Corte d’Assise.